La frattura del femore nell'anziano - Ortopedia Del Pup Pordenone

Le fratture del femore nell’anziano sono in aumento, in linea con l’invecchiamento della popolazione. Una banale caduta o piccoli movimenti di rotazione possono determinare la frattura. Un evento grave, non scevro di possibili complicanze (come lesioni da decupito, infezioni urinarie, polmoniti) che in passato, ma ancora oggi, può avere conseguenze infauste.

Per favorire il rapido recupero e ridurre le temibili complicanze, la frattura de femore oggi è sempre trattata chirurgicamente. La riabilitazione e il ritorno il prima possibile nell’ambiente domestico sono il presupposti importanti per il recupero.

UN TRAUMA COMPLESSO

Piccoli traumi o banali cadute possono essere, nell’anziano, all’origine di una frattura del femore.

L’età, l’indebolimento delle strutture deputate a punti di carico su collo e testa femorale e il gradiente osteoporotico nella donna in post menopausa possono ridurre la resistenza del femore e causare fratture.

La frattura di femore è spesso l’evoluzione di un quadro clinico complesso caratterizzato da diabete, ipertensione arteriosa, malattie cardiopolmonari, osteoporosi.

Associata a queste patologie, la frattura del femore diventa più complicata da gestire. Il paziente allettato può sviluppare complicanze come broncopolmoniti, piaghe da decupito in sede sacrale, flebo trombosi, episodi trombo embolici o embolie.

IL TRATTAMENTO CHIRURGICO

L’indicazione d’elezione per il trattamento delle fratture del femore è chirurgica, con l’obiettivo di rimettere in piedi il paziente il prima possibile, ridurre il dolore e prevenire le complicanze.

Se le condizioni generali lo permettono, il paziente viene messo seduto già in seconda giornata dall’intervento.

In terza giornata si effettua la prova in ortostatismo, in terza o quarta giornata il paziente muove i primi passi con un deambulatore. Gli obiettivi sono quindi mobilizzazione precoce e riabilitazione che consente di reinserire l’anziano il prima possibile nel contesto familiare e favorire un più rapido recupero della funzionalità del’arto offeso.

GLI STEP SUCCESSIVI

Con il via libera da parte dell’ortopedico il paziente potrà abbandonare il deambulatore e passare alle canadesi le quali scaricano solo 10-20% del peso corporeo, e abbandonare così le restrizioni al movimento.

Questo favorirà l’ulteriore recupero articolare, con una maggiore flessione dell’anca. Si procederà in questa fase con il rinforzo dei muscoli oltre che con esercizi di stretching.

Il lavorò sarà quindi progressivo con l’obiettivo di recuperare la funzione, l’articolarità dell’anca, la tonicità del muscolo e uno schema del passo corretto.

Il cammino avverrà con deambulatore prima, con canadesi in seguito su superfici piane, poi inclinate.

La superficie è fondamentale al fine di prevenire il rischi di caduta.